Coaching

COME INTERPRETARE UNA LEZIONE DI NUOTO?

COME INTERPRETARE UNA LEZIONE DI NUOTO? (ma anche di un altro sport…)

“Sono sempre fermi”
Questa è una delle frasi più ricorrenti che mi sento recriminare da tanti genitori appassionati di “allenamento”, e il paragone tra un istruttore e l’altro è presto che fatto, “con Giovanni facevano molte più vasche “.

Partiamo dal presupposto che i bambini sono delle spugne e che quindi in qualsiasi circostanza durante una lezione di nuoto o di qualsiasi altro sport stanno comunque imparando, stanno facendo delle esperienze, e nel caso del nuoto rimanere fermi ad osservare le spiegazioni del maestro piuttosto che andare su e giù nell’acqua è la stessa identica cosa.

Pensiamo solo al momento in cui i bambini vanno sott’acqua e prendono dimestichezza con la tecnica di respirazione piuttosto che con gli spostamenti sott’acqua che ne determineranno appunto l’acquaticità, perché nei corsi di “scuola nuoto” non si fa “allenamento”, non si fanno “vasche” ma si impara a conoscere l’elemento “acqua”.

Perché tanto fretta nel vederli andare avanti e indietro come nuotatori esperti?

Sapendo poi che in una struttura ben organizzata ci dovrebbe essere una linea didattica ben precisa e sapendo che ogni istruttore avrà le sue sfumature, sarebbe necessario valutare meglio le diverse situazioni senza farsi confondere dalle apparenze, i bambini imparano anche quando sono seduti nel bordo, perché?
Esattamente come a scuola, stanno seduti e ascoltano la lezione, stanno seduti e aspettano il loro turno, stanno seduti e pur distraendosi in quanto bambini stanno imparando l’avviamento alla disciplina.

Perché come ho spiegato molte volte, le medaglie importanti non sono quelle sul podio, ma quelle nella vita, perché per me, lo scopo finale è quello di far diventare ogni bambino un uomo e una donna che affronteranno la vita con determinazione e rispetto.

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