Mettete Chopin
“Ma oltre questo cosa vuoi fare?!”
Tranquilli, sto bene, ma per me è un momento di grande profondità, e lo sapete come sono fatto, dico ciò che penso.
Ci alziamo la mattina che già siamo infastiditi perché dobbiamo uscire dal letto caldo, ignoriamo di avere un letto caldo.
Andiamo a lavorare incazzati perché dobbiamo lavorare, ignorando che abbiamo un lavoro e magari è anche ciò che ci piace fare.
Facciamo colazione guardando il cellulare e magari davanti abbiamo la nostra compagna o i nostri figli che ci parlano.
Trattiamo male chi abbiamo intorno perché definiamo “problemi” ogni cosa, anche ciò che è senza peso.
Passiamo la giornata a lamentarci e tante volte viviamo per lavorare, ma dovremo vivere per vivere.
Solo chi ha perso qualcosa di grande si risveglia, altri nonostante si accorgano, per debolezza preferiscono girarsi dall’altra parte, altri non vedono e non sentono le lancette che girano, il tempo che passa e che ti avvicina sempre di più alla fine, perché è così che funziona anche se ciò che scrivo sembra eccessivamente drammatico.
Io no, voglio vivere per vivere, voglio vivere a mille, nuotare a mille, amare a mille, la vita è adesso, non quando saremo morti senza aver vissuto.
Quando arriverà il mio momento vi prego di ricordare alcuni dettagli, ogni parte di me utile dovrà essere donata ad altri per vivere meglio, ciò che resta dovrà essere cremato e vorrò stare insieme ad ♥️Amelia♥️, nella stessa teca, con la nostra foto.
Quando arriverà il mio momento spero d’essere nel mare, mentre nuoto nel mio mondo parallelo, e vi prego di non piangere quando accadrà, ma andate a comprare la miglior bottiglia di champagne e fate una festa per me perché sarete sicuri che io sarò tornato da ♥️Amelia♥️.
Quando farete il funerale, non mettete la musica della chiesa, mettete Chopin, chiudete gli occhi e ricordate ogni mio errore per non ripeterlo, ogni mio sorriso perché ne avrò un altro per voi mentre lo farete.