Un gesto inaccettabile: il dovere morale di chi rappresenta lo sport
Pensavo di aver visto male, il labiale, cosa ha detto? Così ho riguardato, ha detto proprio “andate affanculo!”.
Il comportamento tenuto da Antonio Conte dopo il gol del Napoli a Monza rappresenta una delle pagine più vergognose e diseducative del calcio moderno. Voltarsi verso il pubblico e mandarlo platealmente a quel paese, in diretta nazionale, è un gesto che non può e non deve trovare alcuna giustificazione.
Talmente grave che la stampa stessa sta omettendo di far vedere tali immagini, non troverete molto nel web in merito alla sua esultanza con insulti, si chiama omertà, complicità, uno schifo.
Non importa la tensione del momento, non importa il risultato, non importa nemmeno la provocazione, sempre ammesso che ci sia stata. Perché a certi livelli, con certe responsabilità, non si può sbagliare in questo modo. Antonio Conte non è un ragazzino, è un allenatore pluridecorato, strapagato, che ha il dovere morale e professionale di rappresentare i valori dello sport, non di calpestarli.
Quel gesto è un’offesa.
Un’offesa al pubblico sugli spalti.
Un’offesa a milioni di telespettatori.
Un’offesa alla dignità dello sport italiano.
Un’offesa, personale, per chi come me crede ancora che lo sport sia un’occasione educativa, non una valvola di sfogo per le proprie frustrazioni.
Il punto più basso, però, resta l’impatto sui giovani. Sui bambini e ragazzi che vedono, assorbono e imitano. In un istante, Conte ha trasmesso un messaggio devastante: che si può vincere senza rispetto, che l’arroganza può essere applaudita, che l’insulto può essere scambiato per carattere. Questo non è “carisma”, non è “grinta”, è solo mancanza di educazione. E da parte di chi rappresenta un modello pubblico, è molto peggio: è diserzione morale.
Per questo, una multa sarebbe ridicola. Una sanzione economica per un milionario è una carezza. Serve una punizione esemplare, pesante, netta. Serve una squalifica, non per vendetta, ma per difendere ciò che rimane del senso etico nel calcio, dello sport tutto!
Per dare un segnale forte, soprattutto ai giovani: così non si fa. Mai.
Antonio Conte ha perso la grande occasione di dimostrare di essere un uomo, non solo un allenatore. E in quel momento, ha perso la faccia.