Meanjack: quando il significato viene distorto e dirottato
Ci sono momenti, nel dibattito pubblico, in cui non si discute più ciò che è stato detto, ma ciò che si vuole far sembrare sia stato detto. Non si risponde a un pensiero, ma a una caricatura del pensiero. Non si cerca il confronto, ma l’incastro, la trappola nel concetto.
È in questi momenti che nasce la necessità di una parola nuova: Meanjack.
Meanjack è un neologismo che descrive l’atto di dirottare il significato di un discorso, attribuendo all’interlocutore intenzioni mai espresse, per incastrarlo in una narrazione ostile o polarizzata, mai espressa.
Il termine nasce dalla fusione di due parole inglesi: meaning, che indica il significato, l’intenzione, il senso profondo di ciò che viene detto, e hijack, che significa dirottare, impossessarsi con forza di qualcosa che non ci appartiene, esattamente come quando un nostro interlocutore cerca in tutti i modi di attribuirci qualcosa che non abbiamo espresso.
Meanjack, dunque, è il dirottamento del significato. È quando si prende una frase, un pensiero, una denuncia, e lo si trasforma in qualcos’altro, qualcosa di più comodo da attaccare, più utile da strumentalizzare, più facile da intrappolare.
Questo fenomeno si manifesta in molte forme. La più evidente è la distorsione ideologica.
Se una persona dice “non sono d’accordo con lo sterminio del popolo palestinese”, e un’altra risponde “allora sei a favore di Hamas”, siamo di fronte a un caso di Meanjack. Il pensiero originario è una denuncia di violenza ma viene dirottato o distorto per farlo sembrare un sostegno al nemico opposto. È una tecnica retorica che serve a polarizzare, strumentalizzare, non a comprendere.
Un’altra forma è la distorsione morale.
Se qualcuno afferma “credo che lo Stato debba garantire diritti anche ai detenuti”, e gli si risponde “quindi giustifichi i criminali”, si confonde la difesa della dignità con l’apologia del reato. Il significato viene distorto per incastrare l’interlocutore in una posizione moralmente scomoda.
C’è poi la distorsione emotiva.
Quando si dice “questa guerra sta distruggendo vite innocenti” e si riceve in risposta “allora non ti importa degli ostaggi”, si crea un falso conflitto tra empatie. Il discorso viene meanjackato per far sembrare che chi denuncia una sofferenza neghi tutte le altre.
Nel linguaggio civico, giornalistico, istituzionale, e persino familiare, la distorsione del significato è una delle forme più subdole di manipolazione. Non è una semplice incomprensione. È un atto deliberato di travisamento, spesso usato per screditare o zittire.
Meanjack significa dare un nome a questa dinamica. E dare un nome, come sappiamo, è il primo passo per riconoscerla, denunciarla, e disinnescarla.
Con Meanjack non si cerca solo di smascherare una tecnica retorica. Si cerca di difendere il diritto al pensiero complesso, alla parola non incastrata.
È un invito a riconoscere le distorsioni, a rifiutare le semplificazioni, e a restituire dignità al confronto.