“Ciò che conta davvero” – Il primo incontro dopo la pandemia con gli studenti della Scuola Secondaria di Primo grado Tuveri.
Perché alla fine se vogliamo dirla proprio tutta, chi esce davvero ricco da queste esperienze sono proprio io! Si avete capito bene, perché per me ogni volta che vado nelle scuole e ho l’opportunità di parlare con i ragazzi è sempre un continuo arricchimento,
La verità sta nel fatto che noi i ragazzi di oggi li critichiamo tanto ma non consideriamo due aspetti importantissimi, il primo è che se loro sono così la responsabilità sarebbe la nostra, perché noi adulti li abbiamo fatti così, il mondo in cui li abbiamo fatti nascere lo abbiamo fatto noi così, li abbiamo educati noi così! La seconda è che se stimolati nel modo giusto loro dimostrano di avere risorse enormi, solo dobbiamo trovare il modo per canalizzarle e rimediare eventualmente agli errori che proprio noi adulti abbiamo fatto!
Quelli nella foto sono i ragazzi della 3ª A della scuola Tuveri, nella quale sono stato stamattina grazie al progetto “ciò che conta davvero” proposto insieme alla mia carissima amica, anzi sorella, Lula De Giorgio, e a dire il vero erano 6 classi per un totale di circa 120 ragazzi, con loro i relativi professori.
Alle 9:30 di stamattina quindi ho iniziato la mia relazione cercando di far capire loro quelli che possono essere i principi di una vita sempre più caotica offuscata dal falso luccichio del successo, la compassione, la solidarietà si antepongono all’idea sbagliata del successo che proprio noi adulti abbiamo propinato loro creando la società in cui viviamo, e credetemi se vi dico che siamo davvero noi i responsabili di ogni loro comportamento, del resto, per fare anche solo dei banalissimi esempi, se li vediamo idolatrare cantanti idioti che inneggiano alla trasgressione molto probabilmente è perché noi stessi canticchiamo quelle stupide melodie della musica moderna senza far caso al significato delle parole, e che dire di quando ci arrabbiamo se scopriamo che fumano ma noi per primi fumiamo in loro presenza, non sorvoliamo sul linguaggio, perché se nei nostri discorsi è la normalità utilizzare termini degni del peggior cafone non possiamo che aspettarci che loro seguano le nostre orme!
Perdonatemi se sono diretto, non voglio e nemmeno sono in grado di insegnare nulla a nessuno, solo mi sono accorto di aver fatto io per primo tanti errori e mi dispiace lasciare a loro la responsabilità di tutto lo schifo che invece io ho creato, sono colpevole e chiedo scusa se do l’idea di uno che vuole insegnare alla vita agli altri.
Posso però mettervi in guardia dal fatto che la vita è così lunga da passare ma troppo breve per disperderla, e dopo ciò che ho vissuto e tuttora vivo con ♥️Amelia♥️ penso di poter dire di essere testimone che certi errori non devono essere più commessi.
Ad ogni modo, tornando ai ragazzi, la mia visita di stamattina è stata molto soddisfacente, se in un primo momento le chiacchiere e la goliardia ha preso un po’ il sopravvento, il senso della conferenza è stato ben compreso quando loro hanno iniziato a capire che oltre Ronaldo, i soldi, le medaglie, c’è la vita vera, fatta di disgrazie, sfortune geografiche, elemosine, bullismo e malattie, insomma, messi di fronte alla realtà hanno capito e hanno dimostrato di essere molto più di ciò che pensiamo, solo dobbiamo aiutarli a capire meglio e dobbiamo avere il coraggio di imparare anche da loro.
I ragazzi che ho incontrato stamattina sono molto in gamba, e io li ringrazio per l’esperienza che mi hanno regalato, così come ringrazio la mia sorella maggiore Lula e le sue colleghe con l’istituto che mi ha ospitato, oggi sono diventato molto più ricco, nel cuore!