BLOCCO STUDENTESCO: L’IMITAZIONE DELLA BRITISH UNION OF FASCIST
Avete mai sentito parlare della British Union of Fascists?
Era il 1932 quando Oswald Mosley, ex parlamentare britannico, fondò nel Regno Unito un movimento politico ispirato al fascismo italiano e al nazionalsocialismo tedesco. La British Union of Fascists, nota come BUF, si presentava come forza rivoluzionaria, nazionalista e autoritaria, con una estetica militare e una retorica aggressiva. Il suo simbolo era un fulmine bianco inscritto in un cerchio bianco su sfondo nero. Il suo colore identitario era il nero e il suo stile era fatto di divise, cortei, saluti e slogan. L’obiettivo era quello di superare la democrazia parlamentare e instaurare uno Stato forte, centralizzato, fondato sull’unità nazionale e sul corporativismo.

Non trovate delle strane, gigantesche uguaglianze con il Blocco Studentesco?
Non basta il simbolo uguale! Non basta che si vestano tutti di nero! Il Blocco Studentesco è una spudorata imitazione della British Union of Fascists. Se in un primo momento provavo tenerezza per quei soli 50 manifestanti e mi veniva da ridere per quel simbolo che sembra rubato a Flash Gordon, in un secondo momento dopo aver approfondito nel web mi sono reso conto che aldilà del fatto che non hanno nulla di originale e che anzi ricopiano ciò che è già esistito quasi cento anni fa, la questione è ben più grave perché palese.

Il simbolo della BUF era un fulmine bianco in un cerchio bianco, simbolo dell’“azione contro il caos”. Quello del Blocco Studentesco è un fulmine bianco in cerchio bianco, simbolo dell’“azione comunitaria”. Identico nella forma, privo di originalità e di identità, è solo una certa ideologia mascherata da “studente”, ma sappiamo bene essere altro.
Il colore nero era il tratto distintivo della BUF: camicie nere, cortei ordinati, estetica paramilitare. Il Blocco Studentesco riprende esattamente la stessa estetica: abbigliamento nero, bandiere nere, cortei disciplinati.
Il messaggio è lo stesso: ordine, forza, opposizione.

Il culto dell’azione era centrale per la BUF, che proclamava “Action against chaos”, l’azione come risposta all’instabilità democratica. Il Blocco Studentesco rilancia con “La ricreazione è finita”, l’azione come rottura con la scuola democratica e con il ’68. Stessa retorica, stesso disprezzo per il dibattito.
L’ideologia nazionalista della BUF esaltava la nazione britannica, rifiutava il pluralismo e abbracciava l’antisemitismo esplicito. Il Blocco Studentesco promuove un nazionalismo identitario, si oppone all’immigrazione, rifiuta l’Unione Europea e proclama slogan come “Studenti italiani, non cittadini del mondo”.
La BUF rifiutava il parlamento e proponeva uno Stato autoritario. Il Blocco Studentesco disprezza la scuola democratica, i sindacati studenteschi, ogni forma di rappresentanza pluralista. La democrazia è vista come debolezza.
L’estetica del corteo era parte integrante della BUF: marce ordinate, saluti romani, simboli geometrici. Il Blocco Studentesco replica con cortei silenziosi, bandiere nere, slogan brevi e perentori.
La forma è il messaggio: disciplina, forza, intimidazione.
La giovinezza era per la BUF una leva per la rivoluzione fascista. Il Blocco Studentesco proclama “Giovinezza al potere”, trasformando la scuola in campo di battaglia ideologico. La stessa mitologia della purezza giovanile contro la corruzione del sistema.

Tutto questo è fascismo.
E ieri a Cagliari, il Blocco Studentesco non sarebbe nemmeno dovuto scendere in piazza. La legge italiana — dalla XII disposizione finale della Costituzione alla legge Scelba — vieta la riorganizzazione del partito fascista sotto qualsiasi forma. Eppure, in nome di una libertà di espressione malintesa, si tollera ciò che la Costituzione vieta.
quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.
Non è solo una questione di simboli ma una questione di legalità.
E chi tace, acconsente, io no.

