Cagliari non è una discarica: chi sporca non merita questa città
Cagliari è ai vertici nazionali nella raccolta differenziata. Un traguardo di cui essere felici, raggiunto grazie a una maggioranza di cittadiny che ogni giorno dimostra senso civico, rispetto e amore per la propria città. Un risultato confermato da amministrazioni di diverso colore politico, da quella guidata da Massimo Zedda che l’ha introdotta a quella di Paolo Truzzu che con delibera del 25 marzo 2024 ha riaffermato l’efficacia del sistema, sebbene ora, per partito preso, i suoi fedeli sostengano non sia vero, eppure è tutto documentato, ma questa è un’altra storia, più che una barzelletta.
Fa sorridere sentire ancora oggi attuali oppositori denigrare con i soliti modi poco gentili gli assessori che trovano fondi, ma questa è la modalità di espressione classica di chi non riesce. O non è riuscito, perché di fatto in precedenza cosa si è riusciti a fare? 9 milioni sono arrivati ora.
Nel frattempo se volete potete leggere la delibera della giunta Truzzu, da chiedersi dove fossero tutti quelli che ora contestano.
Eppure, nonostante tutto questo, una piccola ma rumorosa parte di persone continua a gettare rifiuti per strada. Non solo pochi cagliaritani, va detto con chiarezza, in molti casi sono turisti, estranei alla nostra comunità, che pensano di poter calpestare la nostra città come fosse terra di nessuno, altre volte sono persone che vivono fuori città e a Cagliari ci lavorano e basta, altre volte semplici caddozzi di livello culturale bassissimo.
Chi abbandona i rifiuti per strada è un incivile, non ci sono giri di parole. Sono personale che hanno fallito come cittadiny e come esseri umani. Chi abbandona non sa vivere nel rispetto delle regole, non sa convivere con gli altri, non sa neppure rispettare se stesso. Perché solo chi disprezza sé stesso può svegliarsi ogni mattina, uscire di casa e camminare tra la sporcizia che lui (o lei) stesso ha creato senza provare vergogna.
E non si provi a tirare in ballo il sindaco, l’assessore o il consigliere di turno, perché la politica può organizzare il servizio, può aumentare i controlli, puo cercare di migliorare il servizio stesso e laddove individuati i colpevoli può alzare le multe e prendere provvedimenti, ma non può entrare nella testa della gente per insegnare l’educazione primaria.
Non può sostituirsi alla dignità personale.
Viviamo un tempo malato, in cui è più facile lamentarsi che agire, più facile criticare che dare l’esempio. Alcuni vedono solo il brutto, incapaci di riconoscere il bello che li circonda, travolti da un bombardamento costante di negatività. Ma il vero problema non è la percezione, è la realtà dei comportamenti incivili che non possiamo più permetterci di giustificare.
Mi chiedo, tutti questi bravi pensatori da tastiera, ammesso che pensino prima di scrivere, cosa fanno per migliorare la situazione? Oltre spalare critiche nei social o al bar cosa fanno? Cercano di stimolare le persone a fare meglio? Se vedono un trasgressore stanno zitti o intervengono?
Io si!
E non per fare lo sceriffo del quartiere ma perché mi sono rotto dell’inciviltà della gente che non mi rispetta, che non rispetta i Cagliaritany e la città stessa.
Nei prossimi giorni, il Consiglio comunale affronterà la questione della TARI, anche alla luce del finanziamento regionale da 9 milioni di euro destinato a premiare il comportamento virtuoso dei cittadini. Due le delibere all’ordine del giorno:
“Approvazione Regolamento per l’applicazione della tassa rifiuti (TARI) per l’anno 2025”.
Approvazione tariffe della tassa sui rifiuti “TARI” anno 2025.
È una conquista della comunità, non certo di chi tratta Cagliari come una pattumiera, né di chi fino ad ora nulla ha saputo fare.
Cagliari è una città per chi la rispetta. Chi la insulta con i suoi gesti vandalici non merita di viverci.